
The exhibition with illustrations by Guido Scarabottolo and some narratives of Annalisa Metta, Giovanni Morelli and Daniele Zovi
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The new exhibition centre opens to the public on 14 February after the winter break
Find out moreSpecie botaniche
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Strelitzia alba
E’ un genere di piante erbacee originario dell’Africa meridionale caratterizzato da fiori molto belli e particolari tanto da meritare il nome di “Uccello del Paradiso”. Introdotta in Inghilterra alla fine del XVIII secolo da Masson, la strelitzia ha fatto il suo ingresso in Italia (Giardino Hambury in Liguria) solo nel 1912.
La strelitzia alba, la più rara delle tre specie arborescenti del gen. Strelitzia, presenta foglie lungamente picciolate che possono misurare 2m di lunghezza per quasi 50cm di larghezza e fiori bianchi racchiusi da una spata verde con sfumature porpora. Il frutto è una capsula triloculare contenete dei semi tondeggianti neri provvisti di un arillo piumoso arancione.
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Melissa officinalis
La melissa è una specie di origine mediterraneo-orientale, da noi di antica introduzione e spesso spontaneizzata, presente in quasi tutte le regioni d’Italia (segnalata erroneamente in Valle d'Aosta). Cresce in siti più o meno ruderali, ai margini di boschetti alterati, lungo viottoli ombreggiati, su suoli umici, basici, aridi d'estate, ricchi in composti azotati, dal livello del mare a 1.000 metri circa. La pianta contiene diversi principi attivi ed è ancor oggi usata come spezia e pianta medicinale. Il nome generico è quello greco dell'ape; il nome specifico deriva dal latino 'officina' (officina, farmacia) e si riferisce all’uso a scopo medicinale. Forma biologica: emicriptofita scaposa. Periodo di fioritura: maggio-agosto.
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Schinus molle
Il falso pepe del Perù è un albero-arbusto originario delle aree subdesertiche delle Ande, dal Perù al Cile Centrale e all’Argentina nordoccidentale, coltivato a scopo ornamentale nelle parti più calde della regione mediterranea, compresa l’Italia; in Sud Africa e in Australia è divenuto localmente invasivo. Nelle aree di origine alla pianta si attribuiscono proprietà antibatteriche e insetticide; il frutto ha la stessa grandezza del vero pepe e un sapore piccante e viene ancor oggi commercializzato in misture con il vero pepe, anche se sembra essere tossico per gli animali. Il nome generico deriva dal greco ‘schinos’, l’antico nome del lentisco, per la somiglianza di foglie e frutti e la presenza di resine. Forma biologica: fanerofita scaposa.
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Eucalyptus
Il genere Eucalyptus comprende più di 700 specie di alberi o arbusti originari dell’Australia (con poche specie presenti anche in Nuova Guinea e Indonesia e una nelle Filippine). Diverse specie sono coltivate nelle aree tropicali e temperate tra cui America, Europa, Africa, Medio Oriente, Cina e il subcontinente indiano come fonti di legno a rapida crescita, o per la produzione di un olio aromatico che possiede anche proprietà insetticide. Altre si usano nei programmi di riforestazione, a causa della rapida crescita, o per drenare i suoli acquitrinosi. Nella regione mediterranea gli eucalipti sono stati frequentemente piantati per la riforestazione, con risultati non sempre positivi per il mantenimento della flora autoctona. Il nome generico deriva dal greco ‘eu’ (bene) " e ‘kalyptos’ (coperto), in riferimento all’opercolo che nasconde inizialmente il fiore. Forma biologica: fanerofita scaposa.
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Prunus avium
Il ciliegio è un albero deciduo oggi divenuto subcosmopolita per coltivazione in diverse varietà; l'areale originario dovrebbe essere il territorio che va dal Caucaso ai Balcani; secondo alcuni autori che si rifacevano agli scritti di Plinio, l'ingentilimento e la messa a coltura sono iniziati nell'Asia occidentale; tuttavia, i semi sono stati trovati in depositi archeologici presso insediamenti dell'età del bronzo antico in tutta Europa, compresa la Gran Bretagna, oppure presso Desenzano del Garda e Lonato. Allo stato coltivato il ciliegio è comune in tutta Italia sino alla fascia montana inferiore; allo stato subspontaneo è diffuso ma non sempre comune e cresce in boschi mesofili maturi e talvolta nelle siepi, su suoli argillosi piuttosto profondi e abbastanza ricchi in composti azotati, al di sotto della fascia montana. Si coltiva per il frutto fresco o da conservare in alcool, come pianta ornamentale, per la ricca fioritura primaverile e per l'aspetto che acquisisce in autunno con l'ingiallimento delle foglie, oppure per il legname. Il legno è duro, a grana uniforme, dalle tonalità calde, bruno-rossicce, e si presta per la costruzione di mobili di pregio e lavori al tornio. Le foglie contengono una sostanza colorante viola. Il nome generico, già in uso presso i Romani, è di etimologia incerta (deriva comunque dal greco ‘prunon’, che significa ‘prugna’), quello specifico in latino significa 'degli uccelli'. Forma biologica: fanerofita scaposa. Periodo di fioritura: aprile-maggio.
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Fraxinus
Fraxinus
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Moehringia bavarica
Sulle rupi ombrose calcaree, talvolta strapiombanti, della Lessinia cresce una piccola pianta della famiglia delle Caryophyllaceae che in Italia troviamo in Lombardia, Trentino Alto Adige e Veneto. I fusticini, legnosi alla base, crescono penduli, formando dei cuscinetti semisferici abbarbicati alle rocce. Le foglie sono glabre, di colore verde chiaro, lineari, quasi cilindriche perché spesso lievemente succulente. I fiori a forma di stella hanno 5 petali bianchi.
Il nome del genere è dedicato al naturalista tedesco Paul Heinrich Gerhard Mœhring (1710÷1792), mentre quello della specie deriva da bavaricus, cioè bavarese.
Nella Lista Rossa del Veneto è classificata come “LC”, cioè a minor rischio.
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Helianthus annuus
Il girasole è una pianta originaria delle parti più calde dell'America settentrionale, oggi ampiamente coltivata e presente come avventizia in tutte le regioni d’Italia, salvo forse che in Valle d'Aosta. Appare a volte allo stato subspontaneo in vegetazioni ruderali su suoli ricchi in composti azotati, con scarsa tendenza a spontaneizzarsi, dal livello del mare a 1.500 metri circa. Il girasole era coltivato dagli indigeni americani 3.000 anni prima della sua introduzione in Europa: gli Incas conoscevano le proprietà nutritive dei semi e ricavavano fibre dal fusto e dalle foglie. Dai semi si produce un olio adatto all'alimentazione umana e dal residuo della spremitura si ricava un panello ricco di proteine che viene impiegato in zootecnia. I semi tostati sono commestibili e vengono anche impiegati come mangime per roditori e uccelli. L' eliotropismo che caratterizza il girasole è già presente nei boccioli, che seguono il percorso del sole da est a ovest, per orientarsi nuovamente a est quando si fa sera. Il nome generico deriva dal greco 'helios' (sole) ed 'anthos' (fiore), e significa quindi 'fiore del sole'; il nome specifico si riferisce al ciclo vitale annuale. Forma biologica: terofita scaposa. Periodo di fioritura: luglio-ottobre.
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Prunus persica
Il pesco è un albero deciduo originario della Cina. Fu introdotto in Persia (da cui il nome) e da lì a Roma nel I secolo d.C., diffondendosi in tutto il bacino del Mediterraneo. In Egitto il frutto era sacro ad Arpocrate, il dio del silenzio e dell'infanzia (ancor oggi si paragonano le guance dei bambini alle pesche). In Europa è usato sia come pianta da frutto che come pianta ornamentale. È ampiamente coltivato in tutta Italia, e spesso inselvatichito in arbusteti e cedui di latifoglie, dal livello del mare a 600 metri circa. Il nome generico, già in uso presso i Romani, è di etimologia incerta (deriva comunque dal greco ‘prunon’, che significa ‘prugna’); quello specifico allude al territorio da cui la pianta fu introdotta in Europa, la Persia. Forma biologica: fanerofita cespugliosa/ fanerofita scaposa. Periodo di fioritura: aprile-maggio.
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Trachomitum venetum
Nonostante sembri un piccolo arbusto l’apocino veneto è una specie erbacea di 50-70 cm con fusti verdi-rossastri, ricchi di rami fin dal basso ed è provvista di un rizoma sotterraneo strisciante. Le foglie sono generalmente opposte, alterne nelle infiorescenze o nei rami secondari. I coloratissimi fiori campanulati, di un porpora intenso con venature più scure, sbocciano a giugno-luglio.
Vive sui suoli sabbiosi del litorale veneto, sulle dune consolidate, sugli ambienti retrodunali e sugli argini delle valli da pesca, dove si diffonde per via vegetativa tramite i fusti avventizi emessi dal suo rizoma.
E’ una specie steppica con un vasto areale che parte dalle zone steppiche della Manciuria (Asia) e comprende Eurasia ed Europa Orientale (Bulgaria, Croazia, Turchia): la porzione italiana corrisponde al limite occidentale della sua distribuzione.
Il nome del sinonimo Apocynum deriva dal termine greco che significa contro i cani, in riferimento alla proprietà di uccidere i cani, credenza attribuita a questa specie ma priva di riscontro.
Il nome del genere Trachomitum deriva dalla combinazione di due termini greci che significano ruvidezza e filamento perché sembra che dalla pianta si ricavi una fibra grezza, adatta per cordami. Il nome specifico venetum, si riferisce all’area di diffusione.
Nella Lista Rossa del Veneto è classificata come “NT”, quasi a rischio di estinzione.
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Picea abies
L'abete rosso è un albero sempreverde a distribuzione eurosiberiana che in Italia è comune e abbondante sulle Alpi, al di sopra della fascia montana superiore ove domina la fascia oroboreale, con optimum sulle catene interne a clima più continentale, raggiungendo allo stato spontaneo l'Appennino settentrionale. Al di fuori dell’areale naturale la specie è spesso usata per rimboschimenti e frequentemente coltivata a scopo ornamentale in parchi e giardini, anche a quote basse, anche perché è una delle specie più frequentemente usate per gli alberi di Natale (anche se il vero albero di Natale della tradizione germanica non è l’abete rosso ma l’abete bianco (Abies alba, in Tedesco ‘Tanne’, da cui ‘Tannenbaum’). Dalla corteccia si ricava tannino e dalla resina la 'Resina di Borgogna' e la 'Trementina di Strasburgo'. Il legno è di colore chiaro, poco pesante e tenero, facilmente lavorabile e perciò largamente impiegato nella costruzione di mobilio non di pregio. Il legno ha anche un forte potere calorifico dato dalla resina, maggiore di quello di molte latifoglie. Il nome generico deriva dal latino 'pix' (resina o pece), sostanza prodotta in gran quantità da questi alberi. Forma biologica: fanerofita scaposa. Periodo di fioritura: aprile-maggio. Syn.: Picea excelsa (Lam.)
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Digitalis lutea
La digitale gialla meridionale è un’entità endemica della penisola italiana, dall'Emilia alla Calabria. Cresce in radure di faggete e boschi misti, nei pascoli e nei cespuglieti, con optimum nella fascia montana inferiore. Tutte le specie di Digitalis contengono un gruppo di glucosidi con potente effetto cardiotonico che le rendono fortemente velenose; oggi queste vengono sintetizzate in laboratorio ed ampiamente usate nell'industria farmaceutica. Il nome generico deriva dal latino 'digitalis' (del dito, ditale) per la forma della corolla; il nome specifico in latino significa ‘gialla’; il nome della sottospecie significa 'meridionale'. Forma biologica: emicriptofita scaposa. Periodo di fioritura: maggio-luglio.