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Saxifraga facchinii
Saxifraga facchinii
La sassifraga di Facchini fu dedicata al medico e illustre botanico fassano Francesco Facchini, che la scoprì agli inizi del 1800 sulle vette della Val di Fassa. E’ una pianta rupicola che vive sopra i 2400 m s.l.m., esclusiva delle Dolomiti. Di dimensioni molto modeste, in genere di 1 – 3 cm, con fusticini ramificati con piccole e fitte foglie grigio-argentee che le conferiscono l’aspetto di un cuscinetto compatto. I fiori hanno petali di colore variabile bianco-giallastri o purpurei.
Nella Lista Rossa del Veneto viene considerata “EN”, cioè minacciata di estinzione.
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Oreocereus celsianus
Oreocereus celsianus
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Allium ampeloprasum
Il porraccio è una pianta a distribuzione eurimediterranea presente in tutte le regioni d’Italia salvo che in Valle d'Aosta e Trentino-Alto Adige (avventizia in Sardegna). Cresce nei vigneti su antichi terrazzamenti e presso gli abitati, su suoli argillosi abbastanza profondi, ma anche su vecchi muri in pietra, in incolti aridi, ai bordi dei campi, dal livello del mare alla fascia montana inferiore. Le cellule intatte di tutti gli Allium contengono alliina, un amminoacido inodore che per azione dell'enzima alliinasi, liberantesi con la rottura del bulbo, si trasforma in allicina, composto fortemente odoroso; tutte le specie di Allium possiedono diverse proprietà medicinali; bulbi e foglie sono commestibili. Il nome generico, già in uso presso i romani, deriva da una radice indoeuropea che significa 'caldo', 'bruciante', per l'odore e sapore pungenti dei bulbi; il nome specifico deriva dal greco 'ampelos' (vite) e 'prason' (porro). Forma biologica: geofita bulbosa. Periodo di fioritura: aprile-giugno.
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Azolla filiculoides
L'azolla maggiore è una specie originaria delle zone tropicali del continente americano ormai divenuta subcosmopolita e presente come avventizia in molte regioni d'Italia. Cresce sulla superficie di acque stagnanti o a scorrimento molto lento, sopportando bene anche una relativamente forte eutrofizzazione. La pianta ospita in una cavità basale della fronda un cianobatterio simbionte, Anabaena azollae in grado di fissare l'azoto atmosferico rendendolo disponibile alla pianta. Per questo motivo le specie di questo genere hanno uno sviluppo molto rapido e divengono spesso infestanti. Il nome generico deriva dal greco 'azo' (seccare) e 'ollyo' (rovinare) per il fatto che non sopravvive se tolta dall'acqua; il nome specifico, dal diminutivo latino di 'filix' (felce) e dal greco 'eidos' (apparenza), si riferisce alla somiglianza con una piccola felce. Forma biologica: idrofita natante. Periodo di sporificazione: luglio-settembre.
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Lavandula augustifolia
La lavanda a foglie strette è una specie con distribuzione mediterranea a baricentro occidentale, in Italia coltivata quasi ovunque ma presente allo stato spontaneo in poche regioni, prevalentemente lungo le coste tirreniche della Penisola. Cresce in macchie basse e garighe su substrati prevalentemente silicei. Viene coltivata sia a scopo ornamentale che per l'estrazione degli olii essenziali ampiamente usati in profumeria. Gli antichi Greci chiamavano questa pianta ‘nardo’, alludendo alla città siriana di Naarda: era una delle erbe sacre usate nel tempio di Gerusalemme (il nardo è menzionato più volte nella Bibbia, come ad es. nel Canto di Salomone). Conosciuta fin dai tempi più antichi per le proprietà antisettiche, analgesiche, battericide, vasodilatatorie, è considerata un blando sedativo. Il nome generico si riferisce all'antico uso per profumare i vestiti appena lavati, quello specifico alle foglie strette e sottili. Forma biologica: nanofanerofita. Periodo di fioritura: giugno-settembre.
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Senecio angulatus
Il senecio rampicante, o senecio del Capo, è una pianta originaria del Sudafrica che è stata introdotta in molti paesi come pianta ornamentale e si è spesso naturalizzata (come ad esempio sulle Alpi Marittime), divenendo a volte invasiva. In Italia è più frequente in parchi e giardini della fascia mediterranea, spesso lungo le coste in quanto tollera bene la salinità. La pianta è tossica per la presenza di alcaloidi ad azione lenta ma molto dannosa per il fegato e cancerogena, che possono anche passare al miele ed al latte. Il nome generico deriva dal latino 'senex' (vecchio), alludendo ai pappi biancastri dei frutti o alla pelosità grigia di molte specie; il nome specifico si riferisce ai fusti angolosi. Forma biologica: fanerofita lianosa. Periodo di fioritura: maggio-dicembre.
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Cordyline australis
L'albero-cavolo, come viene chiamato nell’area di origine, è la più alta delle cinque specie di Cordyline native della Nuova Zelanda. La specie è diffusa da Capo Nord alla parte meridionale della South Island, dove diventa sempre meno comune, raggiungendo il limite meridionale a Sandy Point vicino Oreti Beach. In natura si comporta da specie pioniera che necessita di spazi aperti. L'albero era ben noto ai maori prima della sua descrizione scientifica: ogni tribù aveva nomi diversi per l'albero a seconda degli usi locali; il più usato, ‘Ti Kouka’, si riferisce all'uso delle giovani foglie come cibo. I fusti e rizomi carnosi di sono ricchi di zuccheri naturali e venivano cotti al vapore per produrre un alimento ricco di carboidrati utilizzato anche per dolcificare altri alimenti. Il ciuffo apicale di foglie giovani, simile a un cuore di carciofo, è commestibile da cotto. Una fibra dura e resistente alla salsedine viene ottenuta dalle foglie è stato estratto dalle foglie. La specie, introdotta in Gran Bretagna nel 1823, è oggi ampiamente usata a scopo ornamentale nelle parti più calde d’Europa, con diverse cultivar che differiscono soprattutto nella colorazione delle foglie. Il nome generico deriva dal greco ‘kordyle (clava), in riferimento alle parti ipogee ingrossate, quello specifico si riferisce alla provenienza dall’emisfero australe. Forma biologica: fanerofita scaposa. Syn.: Dracaena australis G. Forst.
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Washingtonia filifera
La washingtonia filifera, o palma californiana, è una palma originaria della California meridionale, Arizona sudoccidentale e Messico settentrionale ove cresce in aree desertiche ma in habitat ripariali e presso le oasi, da noi coltivata nell’Italia mediterranea a scopo ornamentale in parchi e giardini. Si tratta di una pianta a rapida crescita, abbastanza rustica, che cresce bene all'aperto nelle regioni a clima molto mite; predilige esposizioni soleggiate e terreno fertile, ben drenato. Può essere attaccata dal fungo Graphiola phoenicis (Moug.) Poit. che provoca la morte precoce delle foglie. I frutti venivano mangiati crudi, cotti, o ridotti in farina per dolci dalle popolazioni native; le tribù Cahuilla usavano le foglie per fare sandali, tetti di paglia, e cestini. Il genere è dedicato al primo presidente degli U.S.A., George Washington (1732-1799); il nome specifico si riferisce alle numerose fibre filiformi presenti nelle foglie. Forma biologica: fanerofita scaposa.
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Avena sativa
L’avena comune deriva da diverse specie selvatiche diffuse come piante infestanti delle colture di grano e orzo nella Mezzaluna Fertile (la regione estesa da Israele all'Iran occidentale), quali A. sterilis, A. fatua e A. byzantina. La coltivazione risale ad almeno 3.000 anni fa, ed oggi si coltivano circa 15 milioni di ettari di avena con una produzione di quasi 26 milioni di tonnellate di granella: l’avena è al 7° posto nella graduatoria dei cereali, ma con una generale tendenza alla diminuzione: in Italia la superficie è scesa da 500.000 ettari nel 1948 a circa 150.000 ettari. La generale regressione dell’avena in Italia e nel mondo è dovuta alla diminuzione degli allevamenti equini, alla minor produttività dell’avena in Unità Foraggere rispetto all’orzo, ai limiti d’impiego dell’avena nei mangimi bilanciati causati dall’alto contenuto di cellulosa della granella (che è abbondantemente vestita). L’avena comune non è nota allo stato selvatico, anche se a volte è presente allo stato subspontaneo in ambienti ruderali sfuggendo alle coltivazioni. L’avena, oltre che cereale la cui granella è la ‘biada’ per eccellenza, viene consumata anche dall’uomo: le cariossidi contengono antiossidanti che impediscono ai cibi grassi di irrancidire; per questa proprietà, l’avena viene generalmente usata come additivo di diversi cibi e nella produzione delle carte in cui si avvolgono gli alimenti. Uno dei principali prodotti industriali è il furfurolo, una sostanza derivata dal tegumento della cariosside, utilizzata come solvente in alcuni processi di raffinazione industriale. Inoltre, l'avena viene impiegata in distilleria per la produzione del whisky. Il nome generico, lo stesso usato dai romani, forse deriva dal sanscrito 'avasa' (nutrimento, foraggio); il nome specifico significa ‘coltivata’. Forma biologica: terofita scaposa. Periodo di fioritura: maggio-giugno.
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Asplenium foresiense
Asplenium foresiense
Specie osservabile solo in natura: la pianta presente all’Orto botanico (Asplenium adiantum-nigrum) appartiene allo stesso genere.
L'asplenio foresiaco è una felce diffusa sulle catene montuose della regione Mediterranea nord-occidentale; in Italia è presente in Valle d'Aosta, Piemonte, Liguria, Veneto e Toscana. Nel territorio euganeo è strettamente legato agli ambienti rupicoli di Rocca Pendice, nei pressi di Teolo. Cresce su rocce stillicidiose, preferibilmente silicee, dalla fascia collinare a quella montana inferiore. Il nome generico deriva dal greco 'a' (contro) e 'splen' (milza), per l'antico e ingiustificato uso di A. ceterach contro i calcoli della milza; il nome specifico si riferisce alla regione del Monte Forez nel distretto della Loira, luogo della prima descrizione. Forma biologica: emicriptofita rosulata. Periodo di sporificazione: marzo-ottobre.
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Hottonia palustris
Hottonia palustris
Il fertro è una specie a vasta distribuzione eurosiberiana presente, ma piuttosto rara, in tutte le regioni dell'Italia settentrionale (salvo che in Valle d’Aosta e Liguria), in Toscana e in Lazio. La distribuzione regionale si concentra nella bassa pianura friulana al di sotto della linea delle risorgive, con stazioni anche nell'area dell'anfiteatro morenico e nelle aree umide del Carso goriziano. Cresce in acque stagnanti poco profonde, mesotrofiche, povere di sostanze disciolte e di calcare, spesso in stazioni ombrose e su fango torboso, dal livello del mare a circa 800 m. Il genere è dedicato al medico e botanico olandese Petrus Hotton (1648-1709); il nome specifico si riferisce all’habitat. Forma biologica: idrofita radicante. Periodo di fioritura: aprile-maggio.
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Lantana camara
La lantana è una specie nativa dell’America centrale e meridionale, introdotta in altre parti del mondo come pianta ornamentale e divenuta infestante in molte aree tropicali come in India e in Australia; per questo motivo è stata inserita nell' elenco delle 100 specie aliene più dannose del mondo. Da noi viene frequentemente coltivata in parchi e giardini per le vistose e durature fioriture. Nelle aree d’origine i frutti sono utilizzati per produrre un inchiostro e i rami per costruire scope. Il nome generico, da noi usato anche per una specie di Viburnum deriva dal latino ‘lénto’ (io piego, faccio incurvare), in riferimento ai rami spesso incurvati; il nome specifico deriva dal greco dal greco ‘kamara’ (volta, cupola), probabilmente per la forma dell’infiorescenza. Forma biologica: fanerofita cespugliosa. Periodo di fioritura: aprile-settembre.