
La mostra con le illustrazioni di Guido Scarabottolo e i racconti di Annalisa Metta, Giovanni Morelli e Daniele Zovi visitabile dal 9 marzo
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Una nuova area espositiva arricchisce la visita dell'Orto botanico
Scopri di piùSpecie botaniche
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Matricaria chamomilla
La camomilla, forse originaria dell'Asia sud-orientale e da noi introdotta in epoca pre-romana a seguito dell’espandersi delle colture (archeofita), è una pianta annua oggi divenuta subcosmopolita presente in tutte le regioni d’Italia. Cresce in vegetazioni ruderali o arvensi, spesso come infestante delle colture di cereali, negli orti o lungo le strade, presso le case o nelle discariche, su suoli limoso-argillosi poveri in calcio, da neutri a subacidi, al di sotto della fascia montana superiore. La pianta contiene diversi principi attivi tra cui il camazulene, che ne giustificano l'uso medicinale. Il nome generico, dal latino 'matrix' (utero) allude all'uso contro i dolori mestruali o post-partum, il nome specifico risale invece al greco classico: il termine 'chamaemelon', citato già da Plinio, indicava una pianta bassa ('chamai') con odore di mela, mentre il termine latinizzato 'chamomilla' appare in edizioni di Dioscoride risalenti all'alto Medioevo. Forma biologica: terofita scaposa. Periodo di fioritura: maggio-agosto.
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Nymphoides peltata
Nymphoides peltata
Il limnantemio è una specie a vasta distribuzione eurasiatica, altrove coltivata per ornamento e a volte divenuta invasiva (come in Nord America), presente in tutte le regioni dell’Italia settentrionale (salvo che in Liguria e Valle d’Aosta), in Toscana, Lazio e Sardegna. Cresce in acque dolci stagnanti o correnti poco profonde, nelle paludi, lungo i fossi e i fiumi, dal livello del mare alla fascia montana inferiore, e sta divenendo piuttosto rara a causa dell'inquinamento delle acque. Il nome del genere si riferisce alla somiglianza dei fiori con quelli delle ninfee, quello specifico in latino significa ‘a forma di scudo’, in riferimento alle foglie sostenute da un picciolo inserito nella parte centrale della lamina. Forma biologica: idrofita radicante. Periodo di fioritura: giugno-settembre.
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Lantana camara
La lantana è una specie nativa dell’America centrale e meridionale, introdotta in altre parti del mondo come pianta ornamentale e divenuta infestante in molte aree tropicali come in India e in Australia; per questo motivo è stata inserita nell' elenco delle 100 specie aliene più dannose del mondo. Da noi viene frequentemente coltivata in parchi e giardini per le vistose e durature fioriture. Nelle aree d’origine i frutti sono utilizzati per produrre un inchiostro e i rami per costruire scope. Il nome generico, da noi usato anche per una specie di Viburnum deriva dal latino ‘lénto’ (io piego, faccio incurvare), in riferimento ai rami spesso incurvati; il nome specifico deriva dal greco dal greco ‘kamara’ (volta, cupola), probabilmente per la forma dell’infiorescenza. Forma biologica: fanerofita cespugliosa. Periodo di fioritura: aprile-settembre.
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Alyssum ovirense
Alyssum ovirense
L’alisso dell’Obir è una specie endemica illirico-estalpina, in Italia presente soltanto in Veneto e Friuli (la presenza in Trentino Alto Adige è dubbia). La distribuzione regionale è ristretta pochissime stazioni nelle Prealpi Carniche e nelle Alpi Giulie. Cresce in pietraie e ghiaioni calcarei, in stazioni lungamente innevate, dalla fascia subalpina a quella alpina. Il nome generico deriva dal greco 'a' (privativo) e 'lyssa' (pazzia, rabbia), per la presunta efficacia contro la rabbia; il nome specifico deriva da quello del M. Hochobir nelle Caravanche, da cui la specie fu originariamente descritta. Forma biologica: camefita suffruticosa. Periodo di fioritura: giugno-agosto.
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Kosteletzkia pentacarpos
E’ una pianta erbacea perenne che può arrivare a 2 metri di altezza, ma in genere rimane sugli 80-120 cm. Il fusto è cavo, molto ramificato in genere, coperto da peli a stella-ovate a ovate, le foglie con 3-5 lobi. Fiori numerosi, con petali roseo- violetti, raramente bianchi, frutti a capsula pelosa suddivisa in 5 settori contenenti ciascuno un seme. I semi possono conservare la fertilità anche per 20 anni, ma una serie di agenti patogeni possono ridurne drasticamente il numero.
E’ una specie alofila, cioè che sopporta alte concentrazioni di sale nel terreno, che vive nelle zone di retroduna. Il suo areale è molto ampio e include il Nord America e molte regioni mediterranee (Italia, Spagna, Francia), ma in Europa è fortemente ridotta a causa della pressione antropica e attualmente ridotto a singole popolazioni isolate fra loro, per cui è soggetta a protezione a livello internazionale ((Direttiva Habitat 92/43/UE). Un tempo in Italia era presente in diverse regioni da cui è scomparsa (Toscana, Lazio, Campania e Puglia) e ad oggi è presente solo in Veneto ed Emilia Romagna.
Il genere è dedicato a Kosteletzky, professore di Botanica Medica a Praga; il nome della specie deriva dal greco "pénte" cinque e "carpόs" frutto, in riferimento alla capsula con 5 loculi.
Nela Lista Rossa del Veneto le viene attribuito un livello di rischio “CR”, cioè gravemente minacciata di estinzione.
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Campanula morettiana
Campanula morettiana
Specie osservabile solo in natura: la pianta presente all’Orto botanico (Campanula persicifolia) appartiene allo stesso genere.
La campanula di Moretti è una specie endemica delle Alpi orientali, presente in Trentino-Alto Adige, Veneto e Friuli. La distribuzione regionale è confinata ad un’area piuttosto ristretta nelle Prealpi Carniche. Cresce su rupi verticali compatte di rocce dolomitiche, dalla fascia subalpina a quella alpina. Il nome generico allude alla forma campanulata della corolla; la specie è dedicata a G. Moretti (1782-1853), botanico a Pavia. Forma biologica: emicriptofita scaposa. Periodo di fioritura: agosto.
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Moehringia glaucovirens
Moehringia glaucovirens
La moehringia verde-glauca vive negli anfratti della roccia, nelle rupi calcaree strapiombanti e asciutte, dai 400 ai 2000 m di quota. Appartiene alla famiglia delle Caryophyllaceae, la stessa del garofano, ed ha fusti delicati che formano cuscinetti lassi di circa 15 cm di diametro. Le foglie sono sottili e filiformi, opposte, di colore verde – azzurro. I fiori sono inferiori al mm, con 5 petali candidi.
E’ una specie endemica, con areale molto ridotto, comprendente due settori, uno sulle Dolomiti orientali e uno in Lombardia, dalla Val Trompia nel Bresciano fino al lago di Garda
In Veneto è inserita nelle Liste Rosse regionali con livello di rischio “EN”, cioè in pericolo di estinzione.
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Ilex aquifolium
L'agrifoglio è una specie a distribuzione subatlantica presente in Europa ed Asia Minore, diffusa in tutte le regioni d’Italia in boschi misti mesofili, con optimum nella fascia montana, ma ormai piuttosto rara allo stato spontaneo. È considerata una pianta magica fin da prima dell'avvento del Natale cristiano: le si attribuiva il potere di proteggere dai demoni e di portare fortuna. I primi utilizzi risalgono all'Irlanda, dove anche le famiglie più povere potevano permettersi di usarla per decorare le abitazioni, tradizione poi passata ai popoli cristiani durante il periodo natalizio: la struttura della foglia infatti ricorda la corona di spine di Gesù Cristo e i frutti rossi il suo sangue. Oggi viene impiegata esclusivamente come pianta ornamentale, da cui sono state ricavate numerose cultivar, alcune con foglie variegate. I margini delle foglie sono interi in quelle dei rami vecchi, spinosi in quelle dei rami giovani, ma i due tipi di foglie possono coesistere sullo stesso individuo. L'agrifoglio può vivere circa 300 anni; le foglie e soprattutto i frutti sono fortemente tossici per l'uomo. Il nome generico deriva dal latino e allude alla somiglianza della forma delle foglie con quelle del leccio (Quercus ilex); il nome specifico deriva dal latino 'acrifolium', parola composta da 'acer' (acuto) e 'folium' (foglia), per le foglie a margine spinoso-appuntito. Forma biologica: fanerofita cespugliosa/ fanerofita scaposa. Periodo di fioritura: aprile-maggio.
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Petroselinum crispum
Il prezzemolo è una specie di origine mediterranea, ampiamente coltivata in tutta Italia e a volte presente come pianta avventizia allo stato subspontaneo nei coltivi e negli incolti. Le foglie sono notissime come condimento; in alcuni paesi dell’Europa orientale è popolare anche una cultivar a radice ingrossata, che viene consumata fresca o cotta; la pianta ha proprietà diuretiche e sudorifere, dovute principalmente ad una sostanza flavonica: l'apioside. Anticamente era utilizzato anche come emmenagogo e abortivo, a causa dell'apiolo, un componente che contrae la muscolatura liscia dell'intestino, vescica e utero; è sconsigliato l'uso di prezzemolo in quantità massicce non controllate, dato che può provocare notevoli intossicazioni. Il nome generico deriva dal greco ‘pétra’ (pietra) e ‘sélinon’ (sedano, prezzemolo), quello specifico allude all’aspetto increspato delle foglie. Forma biologica: emicriptofita scaposa/ emicriptofita bienne. Periodo di fioritura: maggio-settembre.
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Crataegus monogyna
Il biancospino è un arbusto a distribuzione eurasiatico-sudeuropea presente in tutte le regioni d’Italia. È uno dei principali costituenti di boscaglie, macchie e siepi, e appare in tutti gli stadi dinamici della vegetazione legnosa, su suoli da carbonatici a debolmente acidi; colonizza persino le pietraie, sia pur con esemplari rattrappiti e deformi, dal livello del mare alla fascia montana inferiore, con optimum nella fascia submediterranea. Viene spesso utilizzato anche come pianta ornamentale per siepi e giardini, apprezzata per la fioritura prolungata e profumata e per il colore vivace dei frutti che perdurano a lungo. Le foglie e i frutti, commestibili ma insipidi, hanno proprietà officinali. Il legno di colore rossastro, duro e compatto, viene impiegato per lavori al tornio e per la produzione di carbonella. Il nome generico deriva dal greco 'kratos' (forza), antico nome comune della pianta, in riferimento alla durezza del legno; quello specifico deriva dal greco 'mónos' (unico) e 'gyné' (femmina), per l'ovario monocarpellare. Forma biologica: fanerofita cespugliosa. Periodo di fioritura: aprile-maggio.
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Saponaria officinalis
La saponaria comune è una specie a vasta distribuzione eurasiatico-sudeuropea presente in tutte le regioni d’Italia. Originariamente legata ai greti torrentizi delle pianure si è poi trasferita in ambienti ruderali come margini stradali, discariche, marciapiedi etc., su suoli ghiaioso-sabbiosi più o meno calcarei, da neutri a subacidi, piuttosto ricchi in composti azotati, dal livello del mare alla fascia montana. La pianta contiene saponine, soprattutto nelle radici, ed è tossica se consumata in grandi quantità; un tempo veniva usata per lavare la lana. Il nome generico si riferisce all’alta concentrazione di saponine, il nome specifico deriva dal latino 'officina' (officina, farmacia) in riferimento all’uso a scopo medicinale. Forma biologica: emicriptofita scaposa. Periodo di fioritura: giugno-settembre.
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Ligustrum vulgare
Il ligustro comune è un arbusto delle zone temperate dell'Eurasia, presente in tutte le regioni d'Italia salvo che in Sardegna. Cresce nei mantelli dei boschi decidui termofili ma anche nelle siepi e nel sottobosco, su suoli da superficiali a profondi e freschi, ricchi in basi, più o meno umiferi, al di sotto della fascia montana. Tutte le parti della pianta, soprattutto le bacche, contengono glucosidi e sono tossiche; in passato il succo dei frutti veniva utilizzato per colorare di rosso il vino o per produrre inchiostri; la scorza contiene una sostanza utilizzata come colorante giallo per la lana; si tratta di un'ottima pianta mellifera, utilizzata per la formazione di siepi, che può vivere dai 30 ai 50 anni. Il nome generico, già in uso presso i Romani, deriva dal latino 'ligare' per la flessibilità dei rametti usati nelle campagne come legacci; il nome specifico deriva dal latino 'vúlgus' (volgo) e significa 'comune, diffuso, frequente'. Forma biologica: nanofanerofita. Periodo di fioritura: aprile-maggio.