
Un progetto artistico site-specific della compagnia di danza internazionale Liquid Loft
prima nazionale 24 agosto ore 21

Presentazione del libro e attività ludico-didattica
a cura dell'illustratrice Irene Penazzi
domenica 28 agosto ore 10.30

Una serie di appuntamenti speciali per “vivere” gli spazi e le collezioni di un luogo unico al mondo
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Il nuovo biglietto speciale dell'Università di Padova per scoprire otto tra i suoi più prestigiosi luoghi della cultura
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Specie botaniche
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Origanum vulgare
L'origano comune è una specie a distribuzione eurasiatico-sudeuropea presente, con tre sottospecie, in tutte le regioni d’Italia; la sottospecie nominale manca nelle estreme regioni meridionali. Cresce in orli di boscaglie termofile di latifoglie decidue e nelle siepi, su scarpate incespugliate, in radure boschive molto aperte, a volte anche in ambienti ruderali, su suoli subaridi, da primitivi e ricchi in scheletro a limoso-argillosi, ricchi in basi ma talvolta subacidi, dal livello del mare a 1.400 metri circa (a volte anche più in alto, soprattutto nelle regioni meridionali). Le foglie essiccate, ricche di olii essenziali, sono notissime come condimento nella cucina mediterranea, in Italia, in Grecia ma anche in Messico (anche se l'origano in vendita come droga essiccata si ricava spesso da diverse piante, tra cui, oltre all’origano vero e proprio, anche specie di Lippia e Thymus); l’aroma è solitamente molto più intenso nelle popolazioni dell’Italia mediterranea, più debole in quelle dell’Italia settentrionale. Le foglie hanno anche diverse proprietà officinali e sono ancor oggi usate nella medicina popolare. Il nome deriva dal greco 'oros' (monte) e 'ganos' (ornamento); il nome specifico deriva dal latino 'vúlgus' (volgo) e significa 'comune, diffuso, frequente'. Forma biologica: emicriptofita scaposa. Periodo di fioritura: giugno-settembre.
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Moehringia glaucovirens
Moehringia glaucovirens
La moehringia verde-glauca vive negli anfratti della roccia, nelle rupi calcaree strapiombanti e asciutte, dai 400 ai 2000 m di quota. Appartiene alla famiglia delle Caryophyllaceae, la stessa del garofano, ed ha fusti delicati che formano cuscinetti lassi di circa 15 cm di diametro. Le foglie sono sottili e filiformi, opposte, di colore verde – azzurro. I fiori sono inferiori al mm, con 5 petali candidi.
E’ una specie endemica, con areale molto ridotto, comprendente due settori, uno sulle Dolomiti orientali e uno in Lombardia, dalla Val Trompia nel Bresciano fino al lago di Garda
In Veneto è inserita nelle Liste Rosse regionali con livello di rischio “EN”, cioè in pericolo di estinzione.
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Capparis spinosa
Il cappero è un arbusto prevalentemente mediterraneo, presente allo stato spontaneo in quasi tutte le regioni d'Italia ma più comune al centro-sud. Cresce su rupi e vecchi muri, in luoghi assolati e caldi. Già descritto da Dioscoride e Galeno che gli attribuivano proprietà medicinali, è ancor oggi ampiamente utilizzato in cucina ove si utilizzano i fiori immaturi trattati in salamoia o sotto sale (capperi); in alcune regioni vengono mangiati e commercializzati anche i frutti (cucunci). Il nome generico sembra derivare da quello arabo della pianta ('kabar' o ' kappar'), il nome specifico si riferisce alle stipole che a volte si trasformano in spine. Forma biologica: nanofanerofita. Periodo di fioritura: maggio-giugno.
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Kosteletzkia pentacarpos
E’ una pianta erbacea perenne che può arrivare a 2 metri di altezza, ma in genere rimane sugli 80-120 cm. Il fusto è cavo, molto ramificato in genere, coperto da peli a stella-ovate a ovate, le foglie con 3-5 lobi. Fiori numerosi, con petali roseo- violetti, raramente bianchi, frutti a capsula pelosa suddivisa in 5 settori contenenti ciascuno un seme. I semi possono conservare la fertilità anche per 20 anni, ma una serie di agenti patogeni possono ridurne drasticamente il numero.
E’ una specie alofila, cioè che sopporta alte concentrazioni di sale nel terreno, che vive nelle zone di retroduna. Il suo areale è molto ampio e include il Nord America e molte regioni mediterranee (Italia, Spagna, Francia), ma in Europa è fortemente ridotta a causa della pressione antropica e attualmente ridotto a singole popolazioni isolate fra loro, per cui è soggetta a protezione a livello internazionale ((Direttiva Habitat 92/43/UE). Un tempo in Italia era presente in diverse regioni da cui è scomparsa (Toscana, Lazio, Campania e Puglia) e ad oggi è presente solo in Veneto ed Emilia Romagna.
Il genere è dedicato a Kosteletzky, professore di Botanica Medica a Praga; il nome della specie deriva dal greco "pénte" cinque e "carpόs" frutto, in riferimento alla capsula con 5 loculi.
Nela Lista Rossa del Veneto le viene attribuito un livello di rischio “CR”, cioè gravemente minacciata di estinzione.
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Neoregelia tristis
Pianta appartenente alla famiglia delle Bromeliaceae, endemica del Brasile. Su un fusto molto corto è inserita una rosetta di foglie lunghe e piatte che al centro formano una coppa nella quale si accumula l'acqua piovana, utile riserva per la pianta e nella quale spesso si sviluppano una ricca flora e fauna. Quando la pianta fiorisce le foglie al centro della rosetta colorazioni vivaci, dal rosso vivo al violetto, la rosetta si allarga e al centro compare un’infiorescenza bassa e piatta con piccoli fiori bianchi o blu. La pianta impiega due-tre anni per iniziare a fiorire, la fioritura continua per qualche mese e infine la pianta muore, dopo aver però prodotto polloni basali, dai quali ricomincia il ciclo vitale.
È soprattutto apprezzata come pianta ornamentale vista anche la sua capacità di adattarsi a molteplici condizioni.
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Ceiba speciosa
Albero della famiglia delle Bombacacae, originario dell’America Meridionale, particolarmente diffuso in Argentina dove viene chiamato anche “albero ubriaco” (palo borracho). Questo epiteto gli deriva dalla caratteristica forma del tronco: è infatti gonfio alla base perché qui i tessuti accumulano acqua che la pianta utilizza durante i periodi secchi, per cui il fusto, rivestito di spine coriacee a forma di cono, assume la forma di una bottiglia. Le foglie, di color verde brillante, sono composte da 5-7 foglioline allungate.
I fiori, che iniziano a comparire verso la fine dell’estate, in concomitanza con la caduta delle foglie, sono particolarmente vistosi, con petali oblunghi con margini ondulati, lembo di colore rosa o fucsia, internamente sfumato in bianco o giallo, con strie e punteggiature porpora scuro e con al centro un lungo tubo staminale.
Il frutto è una capsula oblunga di colore verde-bruno, lunga 10-15 cm, che si apre lungo linee verticali. All’interno contiene semi scuri globosi, avvolti in ammassi di fibre bianche simili a cotone. Questa fibra è chiamata "falso kapok" (il kapok si ricava invece dalla congenere Ceiba pentandra) e viene utilizzata come isolante termico nelle imbottiture.
Il legno bianco, poroso e molto leggero può venire utilizzato in sostituzione del sughero o per la fabbricazione di botti leggere.
Viene apprezzata come pianta ornamentale nelle regioni tropicali e subtropicali dell'emisfero boreale per la vistosa fioritura. Fu introdotta in Italia verso la fine del XIX secolo, all’Orto botanico di Palermo.
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Juncus effusus
Il giunco comune è una specie a vastissima distribuzione subcosmopolita presente in tutte le regioni d'Italia. Cresce nelle paludi, lungo le sponde di fiumi e laghi, nei prati umidi, dal livello del mare a 1.700 metri circa. Il nome generico, dal latino 'iúngere' (congiungere, legare), allude all'antico uso di intrecciare fusti e foglie dei giunchi per creare diversi oggetti; il nome specifico in latino significa 'sparso intorno, diffuso qua e là'. Forma biologica: emicriptofita cespitosa. Periodo di fioritura: maggio-luglio.
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Allium cepa
La cipolla (dal latino 'caepula') è ampiamente coltivata come alimento e condimento; non si conoscono popolazioni selvatiche, ma specie affini sono presenti in Iran e in Asia Centrale. La specie raramente appare in modo effimero allo stato subspontaneo presso gli abitati. la coltivazione potrebbe aver avuto inizio in Mesopotamia o nell'antico Egitto: l'uso delle cipolle nelle sepolture è dimostrato dai resti di bulbi rinvenuti nelle orbite di Ramesse II. Nell'antica Grecia gli atleti mangiavano cipolle in grandi quantità, poiché si credeva che esse alleggerissero il sangue; i gladiatori romani si strofinavano il corpo con cipolle per rassodare i muscoli. Le cipolle sono ricche di vitamine e sali minerali e il caratteristico odore dei bulbi tagliati è dovuto all'abbondanza di solfossidi; affettare le cipolle fa lacrimare gli occhi perché dei precursori presenti nel citoplasma, gli alchil o alchenil cisteina solfossidi, dopo il taglio si combinano con la allinasi producendo acidi solfenici, piruvato e ammoniaca; l'acido sulfenico, se attaccato da un secondo enzima produce una molecola volatile e idrosolubile che, quando entra in contatto con l'umore acquoso presente sul bulbo oculare, si trasforma in acido solforico. Il nome generico, già in uso presso i romani, deriva da una radice indoeuropea che significa 'caldo', 'bruciante', per l'odore e sapore pungenti dei bulbi. Forma biologica: geofita bulbosa. Periodo di fioritura: giugno-agosto.
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Malva sylvestris
La malva comune è una specie originariamente diffusa dall'Europa centro-meridionale all'Asia ma oggi divenuta subcosmopolita, presente in tutte le regioni d'Italia. Cresce in ambienti ruderali lungo le vie e alla base dei muri, nelle discariche, nelle aiuole, in giardini e orti, su suoli da sabbiosi a limoso-argillosi, spesso subaridi d'estate, ricchi in composti azotati, dal livello del mare alla fascia montana. La pianta è ricca di mucillagini e ha avuto diversi impieghi come pianta medicinale sin dall'antichità per le proprietà emollienti, calmanti, antifiammatorie, espettoranti e lassative; i frutti immaturi e i getti giovani sono commestibili in insalata. Il nome generico deriva dal greco 'malàkhe' (molle, emolliente) in relazione alle proprietà emollienti dei frutti non maturi, delle foglie e dei germogli; il nome specifico potrebbe trarre in inganno in quanto non si tratta di una specie boschiva. Forma biologica: emicriptofita scaposa. Periodo di fioritura: maggio-settembre.
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Oxalis purpurea
L’acetosela porporina è una specie di origine sudafricana segnalata come avventizia a Catania a partire dal 1965 e in via di espansione come specie avventizia, sinora segnalata anche per diverse regioni dell’Italia centrale e settentrionale. Cresce in vegetazioni ruderali, nelle discariche, ai margini di strade, alla periferia di abitati, su suoli limoso-argillosi piuttosto freschi e ricchi in composti azotati, al di sotto della fascia montana. Il sapore aspro della pianta deriva dall'alto contenuto in acido ossalico; il nome generico deriva infatti dal greco 'oxys' (acido) e 'hal-halis' (sale); il nome specifico si riferisce al colore dei fiori. Forma biologica: geofita bulbosa. Periodo di fioritura: aprile-maggio.
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Saponaria officinalis
La saponaria comune è una specie a vasta distribuzione eurasiatico-sudeuropea presente in tutte le regioni d’Italia. Originariamente legata ai greti torrentizi delle pianure si è poi trasferita in ambienti ruderali come margini stradali, discariche, marciapiedi etc., su suoli ghiaioso-sabbiosi più o meno calcarei, da neutri a subacidi, piuttosto ricchi in composti azotati, dal livello del mare alla fascia montana. La pianta contiene saponine, soprattutto nelle radici, ed è tossica se consumata in grandi quantità; un tempo veniva usata per lavare la lana. Il nome generico si riferisce all’alta concentrazione di saponine, il nome specifico deriva dal latino 'officina' (officina, farmacia) in riferimento all’uso a scopo medicinale. Forma biologica: emicriptofita scaposa. Periodo di fioritura: giugno-settembre.
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Jovibarba globifera
Nel 2008 fu descritta una nuova sottospecie di Jovibarba globifera (L.) Parnell, endemica della Val Lagarina (Veneto e Trentino-Alto Adige), che fu denominata appunto “lagariniana”. Essa si differenzia dal punto di vista morfologico ed ecologico dalle altre sottospecie. E’ una pianta succulenta con una rosetta di foglie basali patenti di colore glauco e non verdi (come le altre sottospecie), con fiori dai petali chiari ghiandolosi e con i sepali rivestiti all’esterno da fitti peli ghiandolari anziché ciglia.
Entità spiccatamente basifila e marcatamente xerofila, predilige le rocce e le scogliere calcaree a quote comprese tra 700 e 1200 m s.l.m., ma in Lessinia scende anche a quote inferiori.
E’ un endemismo del Veneto e del Trentino-Alto Adige localizzato sul Monte Baldo e sui Monti Lessini. Questo territorio fu un’importante area di rifugio per le specie calcicole durante l’ultima glaciazione: il microclima delle scogliere calcaree verticali della Val Lagarina garantì la sopravvivenza di entità spiccatamente xeriche durante le alterne fasi di avanzamento e ritirata dei ghiacciai, dalle quali probabilmente presero origine endemismi con particolari esigenze ecologiche.
Nella Lista Rossa del Veneto è classificata come “NT”, quasi a rischio di estinzione.