
Torna la terza edizione della manifestazione natalizia dell'Orto botanico dell'Università di Padova. Dal 7 dicembre al 6 gennaio
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Una selezione delle opere dell'artista in mostra dal 14 novembre al 6 gennaio 2020
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Il cambiamento climatico nell'installazione dell'architetto e designer, in mostra fino al 5 gennaio 2020.
Scopri di piùSpecie botaniche
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Corylus avellana
Il nocciolo è un arbusto deciduo a distribuzione europea con tendenza subatlantico-submediterranea, presente in tutte le regioni d’Italia. Cresce nelle radure e nei mantelli di boschi di latifoglie decidue, su suoli limoso-argillosi profondi, freschi, umiferi, ricchi in basi e composti azotati, dalla fascia submediterranea a quella montana. Le qualità alimentari della nocciola sono note fin dall'antichità: sono un alimento energetico di grande valore e una preziosa fonte di vitamine e minerali. L'industria dolciaria utilizza la farina di nocciole per la produzione di nocciolati, torroni e pasta di gianduia (creata quando Napoleone bloccò l'importazione delle spezie e si verificò una penuria di cacao). L'alta capacità pollonifera ha favorito la coltivazione del nocciolo come pianta ornamentale e da frutto. Il legno, ottimo combustibile, è utilizzato anche per palerie. Il nome generico deriva dal greco 'koris' (elmo), e si riferisce alla forma dell'involucro erbaceo che ricopre la nocciola; il nome specifico deriva da Avella, un centro campano nella provincia di Avellino, noto sin dai tempi dei Romani per la produzione di nocciole. Forma biologica: fanerofita cespugliosa. Periodo di fioritura: marzo-aprile.
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Daphne mezereum
Il fior di stecco è un piccolo arbusto a distribuzione eurasiatico-continentale presente in tutte le regioni dell’Italia continentale salvo che in Puglia. Cresce nei boschi mesofili di latifoglie decidue e nelle loro radure, dai querco-carpineti alle faggete, su suoli argillosi piuttosto profondi, dalla fascia submediterranea alla fascia montana superiore. Tutte le parti della pianta sono estremamente velenose per la presenza di un glucoside (dafnina). Le dafne sono note fin dall'antichità per le proprietà farmacologiche, ma il loro uso è molto pericoloso e spesso il solo contatto con l'epidermide causa arrossamenti e vesciche sulla pelle. I frutti rossi, la cui ingestione provoca avvelenamenti anche mortali, sono stati impiegati in pittura e anche come fard in Siberia, cosmetico non meno pericoloso della biacca usata dalle matrone romane. Il nome generico deriva da 'dàphne', nome greco dell'alloro, per le foglie sempreverdi di alcune specie come D. laureola; il nome specifico deriva dall'arabo e significa 'mortale'. Forma biologica: nanofanerofita. Periodo di fioritura: marzo-maggio.
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Allium ampeloprasum
Il porraccio è una pianta a distribuzione eurimediterranea presente in tutte le regioni d’Italia salvo che in Valle d'Aosta e Trentino-Alto Adige (avventizia in Sardegna). Cresce nei vigneti su antichi terrazzamenti e presso gli abitati, su suoli argillosi abbastanza profondi, ma anche su vecchi muri in pietra, in incolti aridi, ai bordi dei campi, dal livello del mare alla fascia montana inferiore. Le cellule intatte di tutti gli Allium contengono alliina, un amminoacido inodore che per azione dell'enzima alliinasi, liberantesi con la rottura del bulbo, si trasforma in allicina, composto fortemente odoroso; tutte le specie di Allium possiedono diverse proprietà medicinali; bulbi e foglie sono commestibili. Il nome generico, già in uso presso i romani, deriva da una radice indoeuropea che significa 'caldo', 'bruciante', per l'odore e sapore pungenti dei bulbi; il nome specifico deriva dal greco 'ampelos' (vite) e 'prason' (porro). Forma biologica: geofita bulbosa. Periodo di fioritura: aprile-giugno.
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Magnolia grandiflora L.
È una pianta arborea a foglie persistenti (per questo è anche indicata come magnolia sempreverde), originaria delle regioni meridionali degli Stati Uniti, dalla Florida al Texas, che può raggiungere i 20-30 metri di altezza. In Italia è molto coltivata in parchi e giardini pubblici e privati, e viene apprezzata per la sua forma conico-piramidale, le grandi foglie di un verde intenso, lucide nella pagina superiore e bruno rugginose nella inferiore, che creano un notevole contrasto cromatico.
In estate all'apice dei rami compaiono dei vistosi fiori bianchi e profumati che possono raggiungere un diametro di 20-25 cm. Molto decorativi sono anche i semi che, quando raggiungono la maturità, diventano rossi e sporgono dall'infruttescenza a cono che ricorda molto una pigna. È una specie che ama posizioni soleggiate, terreni profondi, fertili e permeabili e che mal sopporta eccessivi ristagni d'acqua o condizioni di aridità prolungate; tollera però le gelate non troppo intense.
L'esemplare più vecchio di Magnolia grandiflora dell'Orto botanico risale al 1786 ed è ritenuto uno dei primi introdotti in Italia, se non il primo. Si trova nel quarto omonimo tra le porte Ovest e Sud; non ha grandi dimensioni, ma il tronco alla base è ben sviluppato e da esso si dipartono vistose radici.
Altri due individui notevoli di magnolia, messi a dimora agli inizi del 1800, si possono ammirare presso l'ingresso dell'Orto; essi sono attualmente oggetto di particolari cure fitosanitarie e vengono tuttora costantemente monitorati in quanto affetti da un'infezione fungina.
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Delphinium fissum
Delphinium fissum
La speronella lacerata è una specie delle montagne dell'Eurasia presente in tutte le regioni dell’Italia continentale salvo che in Liguria, Valle d’Aosta, Lombardia e Trentino-Alto Adige. Cresce in prati aridi e boschi cedui molto aperti, su substrati calcarei, con optimum nella fascia montana inferiore. Tutte le parti della pianta sono tossiche se ingerite per la presenza di alcaloidi. Il nome generico deriva dal greco ‘delphís’ (delfino), per la forma del fiore vagamente simile a quella di un delfino; il nome specifico in latino significa ‘profondamente diviso’ in riferimento alla forma delle foglie. Forma biologica: emicriptofita scaposa. Periodo di fioritura: giugno-agosto.
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Juniperus communis
Il ginepro comune è un arbusto a vasta distribuzione eurasiatica presente in tutte le regioni d’Italia. Cresce in arbusteti pionieri o in boschi molto aperti in cui la sua frequenza aumenta con la profondità dei suoli e con l'altitudine, su suoli argillosi da subaridi a freschi, spesso decalcificati e quindi da neutri a subacidi, dal livello del mare a 1.500 metri circa (raramente più in alto). Il legno duro e compatto è ricercato per lavori di ebanisteria e per la costruzione di utensili. Con i galbuli si aromatizzano le acquaviti di cereali, ottenendo il famoso 'gin'; i galbuli possiedono anche proprietà balsamiche e sono utilizzati nelle affezioni delle vie respiratorie e urinarie. Il nome generico, già in uso presso i Romani, è di origine controversa: forse deriva dal latino 'iùnix' (giovenca) e 'pàrio' (do alla luce), alludendo al fatto che una delle specie (Juniperus sabina L.) veniva somministrata alle vacche per favorire il parto, oppure da 'iùnior' (più giovane) e 'pàrio' (do alla luce), perché produce sempre nuovi germogli. Forma biologica: fanerofita cespugliosa (fanerofita scaposa). Periodo di fioritura: febbraio-aprile.
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Solanum tuberosum
La patata è una pianta annua di origine centro-sudamericana, già selezionata a scopo alimentare dalle popolazioni autoctone sin dal secondo millennio a.C. e portata in Europa dagli spagnoli intorno al 1570. Oggi è coltivata in tutte le aree temperate del globo. La diffusione della coltivazione fu lenta, anche per i casi di intossicazione causati dall'esposizione prolungata dei tuberi alla luce. Nei primi anni del Seicento gli agronomi francesi Olivier de Serres e Charles de l'Écluse la descrissero dettagliatamente e quest'ultimo, che fu botanico di corte dell'imperatore Massimiliano II d'Austria, la introdusse nell'impero austro-ungarico. La diffusione del tubero fu poco uniforme: in Francia coinvolse inizialmente poche aree del Delfinato e dell'Alsazia (1666) e in seguito della Lorena (1680) dove nel 1787 viene descritta come cibo principale degli abitanti della campagna; più incisiva fu la penetrazione in aree come la Svezia, la Svizzera e soprattutto l'Irlanda e la Germania. La parola italiana 'patata' deriva dall'omonimo termine spagnolo, preso direttamente dalla sua forma indiana in lingua nahuatl potatl, attraverso però l'uso altrettanto diffuso di termini come 'papa' (che in lingua quechua indica appunto Solanum tuberosum) e 'batatas' per la patata dolce (Ipomoea batatas) che appartiene a una famiglia completamente diversa. In altre lingue è comune anche 'mela di terra' ('pomme de terre' in francese, 'aardappel' in olandese, etc.). Le piante di patata, soprattutto le parti verdi, contengono un alcaloide velenoso termolabile, la solanina, che causa intossicazioni con dolori addominali, diarrea, e nei casi gravi, la morte. Forma biologica: terofita scaposa. Periodo di fioritura: giugno-agosto.
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Taxus baccata
Il tasso è un relitto dell'epoca Terziaria, ancor oggi diffuso allo stato spontaneo in tutte le regioni d’Italia, ma solitamente raro in natura (è più frequente come pianta ornamentale in parchi e giardini); solo in poche regioni esistono ancora boschi dominati dal tasso, per esempio in Sardegna, ove mancando il faggio il tasso si associava con l'agrifoglio nelle foreste montane più umide. Tutta la pianta, compresi i semi, è molto velenosa (salvo l'arillo carnoso che circonda il seme che ha sapore dolce ed è commestibile) per la presenza dell'alcaloide tassina; da qui il nome volgare 'albero della morte'. È un albero molto apprezzato dal punto di vista ornamentale, anche per la costruzione di siepi, poiché sopporta bene le potature e resiste all'inquinamento. Ha legno duro, pesante e omogeneo e può vivere fino a 2.000 anni. Il nome generico deriva dal greco 'taxos', con significato di arco, per il fatto che il legno si prestava alla fabbricazione di archi; il nome specifico si riferisce agli arilli rossi simili a bacche. Forma biologica: fanerofita scaposa. Periodo di fioritura: aprile-maggio.
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Cupressus sempervirens
Il cipresso comune è un albero originario dell'Asia Minore e del Mediterraneo orientale, da tempi antichissimi molto utilizzato in Italia sia a scopo ornamentale sia negli impianti di rimboschimento, ma senza alcuna tendenza a spontaneizzarsi. Fu introdotto in Italia in tempi antichissimi, forse dai greci, e poi diffuso dagli etruschi soprattutto in Umbria e in Toscana, dove ormai è divenuto una parte importante ed essenziale del paesaggio colturale. In alcune isole dell’Egeo è possibile osservare questi alberi crescere sulle coste rocciose a pochi metri dal mare (Isola di Scorpios). Pianta poco esigente dal punto di vista della cura, può raggiungere una considerevole età. Tollera la siccità e si adatta a qualsiasi terreno, ma è soggetto a malattie crittogamiche e a parassiti animali: il fungo Coryneum cardinale Wag. ha minacciato l'esistenza dei cipressi italiani. Il cipresso è ampiamente coltivato per il suo portamento, che lo rende adatto alla realizzazione di giardini all'italiana e alberature stradali, siepi frangivento e rimboschimenti. Le foglie, i rami e le pigne hanno impiego officinale, dalla corteccia si ricava per distillazione un olio essenziale usato in profumeria. Il legno, particolarmente resistente, era utilizzato sin da tempi antichi per le costruzioni navali, la costruzione di casse e cornici nonché di porte e portoni come le prime porte della basilica di San Pietro. Il nome del genere è quello comune presso i romani, derivato dal greco 'kypárissos', che origina da 'kuo' (io genero, produco germogli) e 'párisos' (simile, uguale), in riferimento all'accrescimento simmetrico della pianta. Il nome specifico in latino significa 'sempreverde'. Forma biologica: fanerofita scaposa. Periodo di fioritura: febbraio-maggio.
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Tamarindus indica
Il tamarindo è un albero originario dell’Africa orientale, ma è presente anche in altre zone tropicali asiatiche e, dal sedicesimo secolo, anche americane. Pianta a crescita piuttosto lenta, è però longeva e, in condizioni favorevoli, può superare i 30m d’altezza per un diametro di 7-8m. Porta foglie pennato composte e caduche solo nelle zone in cui la stagione secca è prolungata, I fiori sono riuniti in piccoli racemi, sono gialli con venature rosse o arancioni mentre i legumi, lunghi 10-15cm, sono legnosi e leggermente incurvati. Usato, soprattutto dalle popolazioni locali, per usi medicinali (es. antibatterico, antimalarico) è invece conosciuto in tutto il mondo per l’uso alimentare dei suoi frutti, la cui polpa viene usata sia per preparare piatti dolci o salati che per fare bevande rinfrescanti.
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Schinus molle
Il falso pepe del Perù è un albero-arbusto originario delle aree subdesertiche delle Ande, dal Perù al Cile Centrale e all’Argentina nordoccidentale, coltivato a scopo ornamentale nelle parti più calde della regione mediterranea, compresa l’Italia; in Sud Africa e in Australia è divenuto localmente invasivo. Nelle aree di origine alla pianta si attribuiscono proprietà antibatteriche e insetticide; il frutto ha la stessa grandezza del vero pepe e un sapore piccante e viene ancor oggi commercializzato in misture con il vero pepe, anche se sembra essere tossico per gli animali. Il nome generico deriva dal greco ‘schinos’, l’antico nome del lentisco, per la somiglianza di foglie e frutti e la presenza di resine. Forma biologica: fanerofita scaposa.
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Foeniculum vulgare
Il finocchio è una specie a distribuzione eurimediterranea presente in tutte le regioni d’Italia. Cresce in vegetazioni ruderali presso gli abitati, lungo le strade, in discariche etc., su suoli abbastanza profondi e ricchi in composti azotati, al di sotto della fascia montana inferiore. È frequentemente coltivato sia per le guaine fogliari commestibili che per i frutti fortemente aromatici. Il nome generico era già in uso presso i Romani, il nome specifico deriva dal latino 'vúlgus' (volgo) e significa 'comune, diffuso, frequente'. Forma biologica: emicriptofita scaposa. Periodo di fioritura: giugno-agosto.